Souvenirs

Ho voluto dedicare un post a parte per parlare dei souvenir che trovano un posticino nella mia valigia al rientro da un viaggio.

Innanzitutto non amo i negozi di souvenir che si trovano in centro o vicino alle stazioni principali, a dire il vero non amo in generale i souvenir. Questo perché penso non sia corretto identificare un’intera città con un monumento o un’opera d’arte, anche se di fatto, questo è ciò a cui siamo abituati da tempo immemorabile. Ad esempio, se si pensa a Roma si immagina non tanto la città quanto una bella cartolina con la raffigurazione del Colosseo, o se si pensa a Firenze la si associa col David di Michelangelo. In realtà una città è fatta di tante opere d’arte, tante strade che portano ad altrettanti edifici, storici o no; anche una periferia può regalarci scorci indimenticabili. Ma tutto questo viene dimenticato dai souvenir, che danno solo un’immagine stereotipata di una città e la obbligano a stare dentro dei confini mentali precisi e immutabili. Ecco perché quando durante un viaggio decido di acquistare qualcosa scelgo sempre qualcosa che non posso trovare su ebay, che mi piaccia molto, che sia utile, e che rispecchi la filosofia di vita del luogo che visito. Dunque via le calamite a forma di toro, o di colosseo, via le statue in miniatura del David di Michelangelo, e si a capi di abbigliamento di marchi sconosciuti che mi colpiscono particolarmente, si a makeup lowcost (previo controllo e verifica degli ingredienti), e si a piccoli oggetti non preziosi ma che acquisteranno il loro valore col tempo e con l’affetto che mi legherà a loro, che diventeranno ricordi, e non simboli, di quel viaggio.

 

 

 

 

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Robi

 


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